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The Canyons











Considerato uno dei più famosi attori hard del globo terrestre, James Deen si allontana momentaneamente dalle luci rosse per porsi sotto quelle un po’ più caste di Hollywood nei panni di Christian, giovane e ricco produttore cinematografico che porta avanti una turbolenta relazione con Lara, aspirante attrice incarnata dalla reginetta del gossip Lindsay Lohan.
Una Lindsay Lohan ormai da anni lontana da "Mean girls" (2004) e facilmente propensa a denudarsi, per la gioia dei suoi fan, davanti all’obiettivo di ripresa di Paul Schrader, sceneggiatore, tra l’altro, dello scorsesiano "Taxi driver" (1976), ma che vanta anche una carriera registica spaziante da "Blue collar" (1978) ad "Adam resurrected" (2008).
Perché, in mezzo a bollenti amplessi e membri maschili in bella vista, la quasi ora e quaranta di visione intende esporre i pericoli, sia personali che professionali, che possono derivare dall’ossessione per il sesso e per l’ambizione; man mano che la vicenda, scritta dal Bret Easton Ellis cui si devono i romanzi "Less than zero" e "American psycho", è destinata a complicarsi con il ritorno dell’ex Ryan alias Nolan Funk nella vita della donna.
Un evento che non riesce a fare a meno di trasportare il tutto verso una escalation di sangue, violenza, paranoia e crudeli giochi mentali; mentre in scena troviamo anche Gus Van Sant – autore di "Will Hunting - Genio ribelle" (1997) e "Paranoid park" (2007) – nel ruolo di uno psicologo.
E l’insieme, non disprezzabile per quanto riguarda la prova sfoggiata dal cast, procede attraverso lenti ritmi di narrazione, privilegiando in particolar modo un’impostazione generale tutt’altro che lontana da quelle che caratterizzano tante rappresentazioni teatrali.
A lungo andare, però, al di là delle calde situazioni di cui sopra, non solo l’eccesso di verbosità rischia di rendere decisamente soporifero l’elaborato, ma ci si accorge che quello che poteva essere un interessante prodotto volto alla provocazione altro non è che un banale, inutile "lavoretto" di celluloide infarcito di pornografia molto soft atta a spingere a riempire pagine di stampa più il giornalista di gossip in cerca di scandali che il critico della Settima arte desideroso di un buon film.

La frase:
"Nessuno ha più una vita privata".

a cura di Francesco Lomuscio

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