The Covenant
Covenant, ovvero un'alleanza, un patto solenne che unisce fin dalla loro nascita quattro ragazzi della piccola Ipswich americana. Sono i discendenti dei primi coloni inglesi che fuggirono dalla madrepatria quando la caccia alle streghe divenne la giustificazione di qualsiasi evento negativo. Ed il loro problema era che i poteri magici li avevano davvero. Adesso, a pochi giorni dal diciottesimo compleanno di uno di loro, età che gli consentirà di avere ancora più potere, strani episodi stanno accadendo nella cittadina. Maledizioni, fantasmi e coincidenze davvero particolari turbano la tranquillità della provincia.

Ecco quindi The covenant. Più originale di un servizio sul meteo lanciato da Studio Aperto, il film di Renny Harlin (un finlandese che nella sua anonima carriera ha comunque realizzato i decenti Cliffangher, Spy e DieHard 2) è quanto di più studiato a tavolino si possa immaginare. Il che non è neanche un male di per sé, se non fosse che l'esito è una noia travolgente. A partire dai titoli di testa che paiono presi dalla sigla iniziale della serie "Buffy - l'ammazza vampiri", si susseguono sprazzi di tutti i prodotti (cinematografici e televisivi) visti o vedibili in giro. Da "Highlander" a "It" (o magari quella scena nella doccia aveva la presunzione di richiamare Psycho), passando per i voli di "Matrix", le palle energetiche di "Dragon Ball", i finti cattivi con i capelli biondi a caschetto come l'anti-Harry Potter ed elucubrazioni mentali sul potere alla "Star Wars". Il target è quello degli adolescenti (non tutti, ma alcuni), maschi o femmine che siano. Che a seconda del sesso strabuzzano gli occhi davanti a belle ragazze che parlano semi-svestite nella loro cameretta, o se ne vanno in giro con un solo asciugamano a coprirle e ragazzi dai fisici scultorei che parlano del più e del meno nello spogliatoio della piscina, lasciando vedere il fondoschiena. Regia fiacca, che utilizza qualsiasi espediente pur di far salire una tensione che si sarà nascosta nella presa elettrica più vicina. Musica rock, che rende più fico qualsiasi discorso sul satanismo, ironia zero, finale ricco di ormai convenzionali effetti speciali, e la terribile sensazione che il film più che horr-or sia horr-ibile.

La frase:
- "Mamma io non sono come lui.."
- "E' la stessa cosa che diceva tuo padre di suo padre".

Andrea D'Addio

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