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BERGAMO FILM MEETING - CAMMINA CAMMINA

8 - 16 MARZO 2008 (WWW.BERGAMOFILMMEETING.IT)

Quest'anno non scomodiamo teorie scientifiche né ci appelliamo a qualche pensatore importante per presentare l'edizione 2008 di Bergamo Film Meeting. Abbiamo superato la boa dei venticinque anni, ci siamo resi conto che è un periodo lungo, che sono cambiati quelli che lavorano a questo festival dall'inizio e anche quelli che sono in pista da dieci/quindici anni. Soprattutto i primi, guardando le foto delle prime edizioni, hanno preso atto dell'invecchiamento, dei capelli bianchi, delle rughe diffuse, della corporatura appesantita. Tanti personaggi che sono stati al festival sono diventati ricordi piacevoli, alcuni non ci sono più, di altri non se ne sa più nulla. Due anni fa avevamo deciso che forse valeva la pena ricostruire la storia del Meeting, non tanto per dovere morale, ma perché eravamo - e lo siamo tuttora - convinti che la storia di questa impresa sia per certi versi esemplare. Siamo nati in anni in cui il cinema che era prodotto in Paesi che non fossero gli Stati Uniti, la Francia o l'Inghilterra era praticamente sconosciuto in Italia, anni in cui non c'erano molti festival, anni in cui l'associazionismo era ancora molto radicato, anni in cui la spinta verso il nuovo e la curiosità per autori e cinematografie emergenti erano forti e diffuse. Bergamo Film Meeting aveva saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo, aveva centrato alcuni bersagli, scoprendo registi che poi sarebbero diventati noti anche al grosso pubblico e lavorando per far sì che alcuni film potessero poi entrare nel circuito distributivo. Ciò collimava con l'idea che si aveva di fare un festival che non fosse una semplice passerella, ma che portasse a risultati concreti per quanto riguardava la diffusione della cultura cinematografica. Ci siamo messi a riguardare la strada trascorsa, i programmi realizzati, i film acquistati, per capire se, alla fine, gli intenti di un tempo erano stati rispettati. Il frutto di queste ricerche è un volume di più di quattrocento pagine, realizzato anche grazie a un contributo ad hoc della Fondazione della Comunità Bergamasca. Dentro il libro ci sono saggi, filmografie, testimonianze: tutto ciò che ritenevamo utile per far capire, soprattutto ai giovani, ciò che è stato Bergamo Film Meeting e soprattutto ciò che vuole continuare a essere. Certo, qua e là affiora qualche ricordo, il gusto per l'aneddoto, lo spirito dei buoni tempi andati, ma emerge anche la volontà di insistere nella strada intrapresa, di mantenere ben desta l'attenzione a quanto si sta facendo oggi nel campo dell'audiovisivo, allo sviluppo delle nuove tecnologie, ai mutamenti che stanno avvenendo nei settori produttivi e distributivi. In venticinque anni tanti sono i film proiettati e nel conto vanno messi anche i volumi pubblicati, le riedizioni di classici, i sottotitolaggi, le collaborazioni con le più importanti istituzioni italiane e straniere, le numerose iniziative alle quali il Meeting ha partecipato. Oggi possiamo dire, con una punta di orgoglio, che i risultati sono consistenti e che, nonostante tutto, Bergamo Film Meeting ha mantenuto i suoi impegni. Vi invitiamo a sfogliarlo e magari anche a leggerlo: solo dando un'occhiata all'elenco dei film ci si fa un'idea di quanta acqua sia passata sotto i ponti e di quanto ampio sia stato il raggio d'azione della manifestazione bergamasca. Aperto all'Europa e al mondo, al dialogo interculturale, alla riflessione sulle grandi questioni della modernità, al confronto vivo e non nostalgico con la memoria storica, il Meeting vuole continuare a essere un'occasione di incontro per tutti coloro che amano il cinema, che lo studiano, che vi lavorano, che sono impegnati altrove in iniziative culturali di conoscenza e approfondimento. Negli ultimi anni si sono rivisti molti giovani, alto è il coinvolgimento dell'Università, non solo quella cittadina: all'interno della struttura stanno crescendo professionalmente soggetti che hanno deciso di lavorare perché il patrimonio accumulato rimanga vivo e sia occasione di nuove e appassionanti sfide. Quando si fa il bilancio di un'attività come la nostra, i numeri contano perché indicano anche un percorso di costanza, tenacia e coerenza; ma quello che conta veramente è la "squadra" - ci si perdoni il riferimento troppo televisivo - che nel corso del tempo ha fatto sì che ogni anno il Meeting abbia aperto i battenti, spesso con affanno, ma sempre puntuale. È stato un percorso di vera e propria resistenza, legato alle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, che sono ben note a quelli che ci seguono da tempo ma che sono sempre state digerite con l'entusiasmo, la felicità di vedere il pubblico folto e partecipe, la soddisfazione di avere messo in circuito film vecchi e nuovi che continuano a occupare le programmazioni di associazioni in Italia e all'estero, facendo conoscere il nome di Bergamo Film Meeting e il valore delle sue iniziative a migliaia e migliaia di persone.

È con questo spirito che abbiamo costruito l'edizione 2008, che si presenta vivace e stimolante, con tanto buon cinema e molte occasioni di fare qualche piacevole scoperta. La retrospettiva è dedicata a René Clair, un regista che è da riscoprire, uno dei grandi maestri del cinema d'Oltralpe. Messo forse troppo affrettatamente tra gli esponenti di quel "cinema di papà" così osteggiato dalla Nouvelle Vague, poi rivalutato da registi come Truffaut, Clair va assolutamente rivisto. Il suo cinema, che si muove tra dramma e commedia, è fatto di un forte senso della messa in scena, di una consapevolezza rara di quello che il grande schermo è in grado di rappresentare, soprattutto attraverso le sue affinità con i meccanismi del sogno e dell'immaginazione. Una curiosità locale: l'ultima piccola rassegna di sei film dedicata a Clair a Bergamo - come ci ha fatto notare Sandro Zambetti - risale al 1958 e fu presentata, tra febbraio e aprile, al Salone San Giorgio e al Cinema Rubini, promotori il Cineclub Bianco e Nero e il Cineclub Giovanile.

Quest'anno iniziamo l'8 marzo, una data che ormai è entrata nella hit parade delle commemorazioni importanti. Non abbiamo una passione particolare per le ricorrenze, ma ci piace giocare con le coincidenze, quando è comunque garantita la qualità della proposta. Per questo motivo abbiamo colto al volo l'uscita del nuovo film di Alina Marazzi, Vogliamo anche le rose, che proponiamo in anteprima al pubblico bergamasco, accompagnato da un film del concorso di una regista ceca, Alice Nellis, che aveva già partecipato al festival nel 2000 con il film Ene Bene, vincitore della Rosa Camuna di Bronzo. Un gradito ritorno nella Mostra Concorso che si annuncia particolarmente interessante, con film che raccontano storie quotidiane, rapporti difficili tra le persone, desideri di cambiamento, amicizie e amori che nascono, altri che finiscono, ora con i toni del dramma ora con quelli della commedia. Film che cercano di rappresentare la realtà, i sentimenti e le emozioni, senza rinunciare alla costruzione del racconto, fatto di coincidenze, di ritrovamenti, di scomparse improvvise, di incontri che cambiano la vita dei protagonisti.

L'omaggio a Freddie Francis vuole far conoscere le qualità di un grande direttore della fotografia, uno che ha lavorato con grandi registi come Clayton, Reitz, Lynch. The Innocents, che proponiamo negli ultimi giorni del festival, è un piccolo capolavoro sconosciuto con una meravigliosa e conturbante Deborah Kerr. Freddie Francis allieterà le notti degli appassionati dell'horror; come regista, infatti, ha firmato tra le cose migliori prodotte dalla Hammer. La Fantamaratona quest'anno è dedicata a lui. Sarà una scoperta per il pubblico anche il regista spagnolo Julio Medem, basco di origine e abile affabulatore: anche lui mischia realtà e fantasia, tempo trascorso e tempo presente, con un particolare gusto per i personaggi che si sdoppiano e per le pulsioni che vengono dal profondo dell'animo umano.

La novità più evidente di questa edizione è la sezione Visti da vicino, un viaggio nel mondo del documentario di ricerca e di creazione, con opere che arrivano da ogni parte del mondo e che, tutte, interrogano la realtà utilizzando modi e linguaggi non convenzionali. La rassegna è inaugurata all'Auditorium con la proiezione in anteprima nazionale del documentario Joy Division, sul mitico gruppo che, come una meteora, ha attraversato la cultura e la musica della fine degli anni '70.

Scavando nel fondo Zucchelli, proponiamo due film di un grande regista sovietico, Boris Barnet, che pochissimi conoscono ma che è stata una voce fuori dal coro e dalle rigidità imposte dal regime tra gli anni '20 e gli anni '50.

Chris Marker è un nome "mitico" nel panorama artistico e cinematografico mondiale. Persona riservatissima che non si fa mai fotografare e vedere neppure in occasione di omaggi a lui dedicati dalle maggiori istituzioni mondiali, come il MoMA di New York, da cui proviene l'installazione audiovisiva che proponiamo alla Sala della Porta Sant'Agostino, in anteprima europea. Su otto schermi scorrono immagini fotografiche elaborate e montate dallo stesso Marker che, con esse, conduce una personalissima riflessione sul Novecento.

Proponiamo al nostro pubblico l'ultimo film di Béla Tarr, The Man of London (L'uomo di Londra) tratto dall'omonimo romanzo di Simenon. È un autore a cui siamo molto affezionati e che ci permette di agganciarci alla retrospettiva, realizzata nel 2003, di film tratti dai testi dello scrittore belga. Una sintesi ideale del lavoro svolto finora. Come un film testimonianza può essere considerato L'appartamento di Billy Wilder, un'appendice dell'omaggio che gli abbiamo dedicato lo scorso anno. Una commedia tra l'amaro e l'esilarante, la solita sceneggiatura di ferro, due interpreti principali, Jack Lemmon e Shirley McLaine, che qui raggiungono livelli straordinari di bravura: con Wilder non si sbaglia mai. Per finire, un breve accenno al cinema italiano, che è protagonista assoluto delle tre anteprime presenti nel programma. Negli ultimi tre anni, ben due volte hanno vinto il premio del pubblico due film italiani: L'estate di mio fratello di Pietro Reggiani e L'aura fai son vir di Giorgio Diritti. Entrambi sono stati distribuiti dopo non poche difficoltà e entrambi hanno avuto risultati buoni nelle sale. Mentre scriviamo queste righe il film di Diritti è ancora in programmazione al cinema Mexico di Milano: era uscito il primo giugno dello scorso anno e non è ancora stato smontato. Vuol dire che c'è ancora un pubblico attento e sensibile, che anche piccoli film possono fare la loro dignitosa carriera se si trovano sale disposte a rischiare, che progetti come Bergamo Film Meeting hanno senso, possono essere un buon investimento e l'occasione per tentare strade diverse rispetto all'omologazione diffusa.

Una postilla. L'Auditorium, grazie al Comune di Bergamo, è notevolmente migliorato: nuovo impianto di riscaldamento e raffreddamento, sistema dolby, accesso ai disabili, servizi igienici completamente rifatti, videoproiezione in alta definizione, ingressi rinnovati, impianto antincendio.

(03 Marzo 2008)


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